Dario Arrigotti
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Solidarietà è anche un autobus da Torino a Milano per i profughi ucraini

Aggiornato il: 18 Maggio 2022 -
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Dario Arrigotti è un uomo concreto e non si perde in chiacchiere. Lui, Console onorario dell’Ucraina a Torino, in questi giorni non si ferma un attimo e porta avanti il suo ruolo istituzionale cercando di trovare soluzioni. «Quando si evidenzia una criticità, come consolato cerchiamo di metterci immediatamente all’opera – dice –. Esempio concreto è il servizio che verrà attivato mercoledì 18 maggio. Tra i profughi presenti sul territorio piemontese, a parte le prime necessità, ci siamo resi conto che il problema più ricorrente era rappresentato dal fatto che per i documenti era necessario recarsi al Consolato di Milano, l’unico ente per il nord Italia abilitato a rilasciarli. Per molti ucraini la difficoltà principale era raggiungere la Lombardia dal Piemonte perché per loro anche solo spostarsi in treno e poi, arrivati a Milano, muoversi con i mezzi, rappresentava una complicazione». 

Che soluzione avete trovato?

«Il primo passo è stato proprio quello di raccogliere l’esigenza, successivamente abbiamo cercato una soluzione e cioè offrire un servizio di trasporto. In questo ci è venuto in aiuto il Rotary International Distretto 2031 che si è sobbarcato, per la durata di tre mesi, il costo del servizio navetta che consentirà ai profughi ospiti della Regione Piemonte di raggiungere il Consolato Generale dell’Ucraina a Milano. Il bus sarà operativo dal 18 maggio fino al 18 agosto nei giorni di mercoledì e venerdì di ogni settimana. Partenza alle 8 e ritorno alle 18 dal centro di Torino».

Quali sono le richieste che arrivano al Consolato?

«In realtà gli ucraini non sono un popolo che si apre facilmente, non sono abituati a chiedere. Come si è visto in tv e sui social, sono persone che si tirano su le maniche, difficilmente esprimono un bisogno senza tentare di risolverlo. Cercano di aiutarsi da soli e poi si è creato una buona rete di solidarietà».

Quanti sono gli ucraini accolti sul territorio piemontese?

«Al momento le presenze sono al di poco sopra di diecimila».

Dove sono collocati?

«Circa millecinquecento si trovano nelle strutture gestite da Prefetture e Protezione Civile, mentre l’85% è presso le famiglie, per la maggior parte di parenti e amici, mentre il resto dagli italiani che si sono resi disponibili. La provincia che ne ospita di più è quella di Novara, dove a coordinare gli aiuti è il comandante dei vigili urbani, il comandante Cortese. Ci tengo a citarlo perché il suo è un lavoro indispensabile fatto con impegno e con una straordinaria passione».

Chi sono i profughi ucraini presenti in Piemonte?

«Quasi tutte donne, spesso molto giovani, con figli. Poi anziani e anche alcuni uomini, quelli che per svariati motivi sono potuti uscire dal paese».

Al momento qual è la situazione in Ucraina?

«È una condizione di chiaroscuro. I 120mila soldati che i russi hanno fatto entrare nel paese spingono, in alcune aree sono stati respinti, in altre avanzano e continuano ad avanzare, ma dappertutto lasciano città e paesi distrutti. Un 25% del territorio è stato occupato e, fatta eccezione per la città di Mariupol che non esiste più, la parte di Kherson è relativamente indenne».

Di Franca Cassine