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Cibo e accoglienza, il Banco Alimentare del Piemonte è in prima linea nell’aiuto ai profughi ucraini

Aggiornato il: 14 Maggio 2022 -
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Arrivare dove e quando c’è bisogno attivando risposte pronte e realmente efficaci. Dal 1993 il Banco Alimentare del Piemonte è in prima linea per fornire generi alimentari a persone in difficoltà e con l’emergenza Ucraina si è immediatamente attivato. «La situazione è costantemente in divenire e noi ci regoliamo di conseguenza – dice Vilma Soncin, direttore del Banco Alimentare del Piemonte Odv -. Insieme con i quattro magazzini provinciali di Asti, Biella, Cuneo e Novara, ci siamo mossi sul territorio per rendere concreto l’aiuto verso i profughi ucraini puntando su ciò che abbiamo di più solido e capillare: la nostra rete»

Forte delle 563 strutture caritative dislocate in tutta la regione, ha avuto la possibilità di raggiungere chiunque. «Una delle prime cose fatte è stata l’attivazione di una linea telefonica e una mail a cui fare riferimento per conoscere la struttura più vicina a cui fare riferimento – prosegue -. Così chi si è trovato in difficoltà ha potuto reperire in maniera semplice le informazioni. Lo abbiamo fatto in italiano e anche in ucraino, oltre ad aver realizzato una mappatura consultabile anche tramite Whatsapp e social, condivisa con il consolato ucraino per una diffusione più veloce».

Fino ad ora sono stati aiutati 3.320 profughi, con la collaborazione e l’impegno delle 563 strutture caritative. Un sostegno avvenuto in varie forme, non solo tramite quello alimentare, ma pure con l’accoglienza vera e propria nelle 230 strutture che fanno parte della rete del Banco Alimentare del Piemonte. «Abbiamo operato come facciamo di solito con le oltre 109mila persone che ogni mese raggiungiamo – dice ancora -. Chiaramente in questo caso ci siamo attivati per adempiere alle richieste eccezionali e speriamo di continuare a farlo anche attraverso quei prodotti che saranno acquistati con fondi nazionali e europei stanziati allo scopo». Tra le attività svolte in questi ultimi mesi c’è stata quella sul territorio novarese. «A Novara è stato attivato un hub specifico per la distribuzione ai profughi e abbiamo donato quasi 9mila chili di cibo – spiega -. Il progetto è stato reso possibile per merito della partnership creata con il Comune di Novara che ha messo a disposizione lo spazio nella zona del mercato».

«Il nostro obiettivo è fare il possibile per mettere nelle condizioni di operare le associazioni che collaborano con noi – conclude Vilma Soncin -. Soprattutto cerchiamo di fare rete per il bene a favore della solidarietà».

Oltre al Banco Alimentare del Piemonte, si sono attivati pure l’Associazione Banco Farmaceutico di Torino che ha avviato a livello locale una raccolta fondi per acquistare farmaci, materiale sanitario e strumentazione chirurgica da inviare al confine con l’Ucraina dove sono presenti posti di accoglienza e presidi sanitari del Sermig di Raimbow4Africa. L’Associazione Famiglie per l’Accoglienza che offre il suo aiuto per l’accompagnamento delle persone che hanno manifestato la propria disponibilità per l’accoglienza e l’Avsi, organizzazione non profit che realizza progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario in 38 paesi, che ha attivato l’iniziativa HelpUkraine Point.

Di Franca Cassine